Introduzione
Abitare uno spazio. Abitare una città. Abitare il web. Abitarsi. Abitare con l’Altro. Abitare l’Altro. Abitare il proprio corpo. Abitare la pagina.
Quando si pensa al termine “abitare”, di certo le riflessioni su cui potersi confrontare sono molteplici. L’etimologia stessa ci viene in aiuto e ci restituisce l’idea di un luogo, astratto o concreto che sia, che si possiede nel tempo.
Alcuni di noi riflettono sull’abitare uno spazio, altri una relazione, altri ancora si interrogano sull’abitare se stessi. Molti associano questo termine ad altri concetti: il limite, il confine, il conflitto, la coesistenza.
Tra le tante associazioni di idee, una cosa sembra certa: qualsiasi cosa si abiti, è impossibile non scontrarsi con la molteplicità di “luoghi”, interni ed esterni, e con lapossibilità di entrarvi, viverli, percepirne limiti e confini, in numerosissime modalità. E ogni volta i modi in cui leggiamo un fenomeno, ovvero la strada intrapresa per descriverlo, ha sempre a che fare con un’illusione della mente, necessaria e inevitabile per dare continuità alla propria esperienza.
A tal proposito, ai fini di spiegare la natura paradossale dell’esperienza umana, Vittorio Lingiardi, in un volume dal titolo Io, tu, noi, discute su quanto sia importante divenire consapevoli e accettare l’esistenza in noi di un Sé multiplo, lineare, sfaccettato, capace di farci abitare “esperienze contraddittorie che non sempre sappiamo o possiamo integrare”.
È così che la metafora sull’Abitare si rende duttile e adattabile alla poesia, al cinema, all’architettura, alla psicologia e alla filosofia, poiché qualsiasi riflessione in merito coinvolge l’identità di ognuno, la propria soggettiva esperienza con se stesso e col mondo.
Il 2020, con tutte le sue sorprese nefaste – i cui effetti persistono e si protrarranno ancora per molto – volge al termine. Le certezze di molti si sono sgretolate, altre sono rimaste intatte, altre ancora hanno trovato nuove chiavi di lettura e nuovi luoghi in cui coesistere.
L’Associazione culturale Lampioni Aerei e i membri che la abitano, con queste prime riflessioni, annunciano un ciclo di incontri dedicato al confronto dialettico con professionisti dei vari settori delle arti, dal titolo “La letteratura e gli altri: dialoghi sull’Abitare”. La rassegna si terrà online dal 14 al 19 dicembre, in occasione della raccolta fondi annuale dell’Associazione.
Le riflessioni sopra esposte saranno arricchite dai moderatori e dagli ospiti che proveranno a fornire a tutti noi – come spesso avviene – nuove chiavi di lettura a partire dalle loro esperienze personali e professionali.
In un’epoca dove le immagini sono sempre più pervasive e la questione della vulnerabilità del corpo è sempre più pressante, in che modo il cinema contribuisce a definire una politica della visibilità dei corpi? E cosa possiamo dire sulla “soglia” intesa come punto di incontro e di relazione tra un “al di qua” e un “al di là”, tra spazi fisici e immaginativi?
Cosa possiamo dire circa le possibilità della costruzione narrativa e non narrativa degli spazi abitati? E cosa possiamo dire in merito alle possibili dimensioni dell’abitare una città (collettiva, pubblica e individuale)?
Queste sono solo alcune delle domande che verranno poste all’agente letterario Michele Turazzi, al poeta Gherardo Bortolotti, al regista Filippo Ticozzi e allo scrittore e professore di Storia del Cinema Giuseppe Previtali.
Ci siamo immaginati, ancora una volta, un percorso empirico, una condivisione profonda e sincera, che possa appassionare il pubblico in ascolto e indurlo a condividere con noi dubbi, riflessioni e curiosità in merito a questo vasto tema.