Stefano Bottero e Tommaso Di Dio
Per questo undicesimo incrocio due poeti italiani nati negli anni Novanta e Ottanta, uno a Roma e l’altro a Milano, Stefano Bottero (1994) e Tommaso Di Dio (1982), con testi provenienti rispettivamente da Poesie di ieri (Oèdipus, 2019), e Verso le stelle glaciali (Interlinea, 2020) e La favola delle pupille (Edizioni volatili, 2020).
Stefano Bottero da “Poesie di ieri”
In un istante le luci della stazione Tiburtina
identiche al respiro in cui finiscono
i colori tenui degli occhi dei bambini
quando l‘iride scurisce
del brivido materiale.
È l‘ora in cui dormono i bambini
nella protetta incoscienza del sogno.
Nessun rumore
ma consapevolezza d‘essere anch‘io
niente più
che un mostro da niente.
Tommaso Di Dio da “Verso le stelle glaciali”
Si fermarono in cerchio, e si sedettero.
Dopo aver atteso un tempo
esteso, indecifrabile, guardando
la parete di pietra; uno
si alzò e disse. Per esempio è l’estate
mentre scorre il vento. Un altro subito rispose
questa massa
è una linea che si apre, è luce
circolo di neuroni che in pressione sale, sale
esplode nulla e cecità. Qualcuno aggiunse che no
siamo già nel buio; e questo
è solo la mente che procede, che si sporge e tocca
se stessa mentre sprofonda
e distrugge ogni volta questa volta
dentro la parete di pietra. Altri invece tacquero. Se sei qui
vorresti dire il nome. Vorresti trovare il nome.
Se sei qui
guarda la tua parete di pietra.
Stefano Bottero da “Poesie di ieri”
Circe
Se avessi il diritto di pensarti nell’erba
in cui mi hai lasciato in fasce,
ti guarderei indifeso con degli occhi non miei.
Ho bisogno che tu sia qualcosa
nei momenti più bui, qualsiasi cosa.
Ho bisogno che mi accarezzi la gola con le dita
dove niente sana il bruciore delle parole
che non sono parole
ma sogni di orgasmi e demoni a sonagli.
Ho bisogno dei tuoi piedi sugli occhi, Circe
non riesco a respirare altrimenti
quando crolla in me ogn’inutile odissea dell’età adulta
e mi tieni al guinzaglio.
Tommaso Di Dio da “La favola delle pupille”
Sono, queste, le ore più belle della nostra vita.
Adesso possiamo essere stupidi. Sbadati. Possiamo sbavare
dire bestemmie, alzare le braccia, urlare contro
quel volto che mai
abbiamo visto prima.
Sono, queste, le ore più belle della nostra vita.
Il ragazzo arabo non ha dormito. Ha bevuto
si è ubriacato e ora
parla di Dio con una donna sudamericana
mentre la birra sul marciapiede va giù, fino allo scolo
fra la merda dei piccioni.
Sono, queste, ore straordinarie. La luce sugli alberi
scaccia la malinconia e sembra che
con tutto il sangue
degli umani ammazzati e delle bestie uccise
si sia finalmente spalancato
a bocca aperta
un muto paradiso.
Breve biografia di Stefano Bottero
Stefano Bottero (Roma, 1994) si è laureato in Letteratura Musica Spettacolo e specializzato in Filologia Moderna a Roma. Ha pubblicato Poesie di ieri (Oèdipus, 2019, prefazione di Biancamaria Frabotta), che ha vinto il Premio internazionale di letteratura Città di Como Opera Prima. Scrive di critica e di poesia contemporanea per realtà editoriali italiane e internazionali tra cui la rivista «Polisemie» e «Nuovi Argomenti» (Officina Poesia online) occupandosi, tra gli altri, di Fortini, Saba, Penna, Bellezza.
Breve biografia di Tommaso Di Dio
Tommaso Di Dio (Milano, 1982) si è laureato in Lettere a Milano, dove vive e insegna. È autore delle raccolte di poesia Favole (Transeuropa, 2009, prefazione di Mario Benedetti), Tua e di tutti (Lietocolle-Pordenonelegge, 2014), Verso le stelle glaciali (Interlinea, 2020). Ha pubblicato altre plaquette, due saggi, la Prefazione alla riedizione del libro di Vittorio Sereni Il musicante di Saint-Merry (il Saggiatore, 2019), la traduzione da W.C. Williams di La primavera e tutto il resto (FinisTerrae, 2020). Il suo ultimo lavoro è la plaquette La favola delle pupille (Edizioni volatili, 2020). Ha co-fondato il progetto Ultima, collabora con varie riviste, siti e associazioni.