Stefano Modeo e Eleonora Rimolo
Per questo quarto incrocio due poeti degli anni Novanta dalla Puglia e dalla Campania, Stefano Modeo (1990) e Eleonora Rimolo (1991), con poesie provenienti rispettivamente dalle sillogi La terra del rimorso (ItalicPequod, 2018) e La terra originale (LietoColle-pordenonelegge, 2018).
Stefano Modeo da “La terra del rimorso”
Così volge la storia, così ammutolisce la piazza.
Si aggira per il mercato finanziario gridando secco:
– È morto! È morto! Chi può ne raccolga i pezzi! –
C’è chi sputò per terra. Chi si inimicò il vicino.
Chi si mise a disposizione. Chi credette.
Chi si appese ad un albero. Chi congelò il padre.
Chi partì. Chi se ne approfittò. Chi attese la guerra.
Nessuno vide più il profeta, uccellaccio del malaugurio.
Eleonora Rimolo da “La terra originale”
Rispondendo sempre ad una sete
mi attardavo, era il tuo l’ultimo profilo
inarrestabile, mentre ad uno ad uno
si spegnevano i vicoli e moriva
l’autofficina. Pochi ragazzi e alcuni
operai si nascondevano nelle cucine,
idratavano la gola, poi si concedevano
ore di fantasia, annegavano al telefono
e fuori un altro secolo, un’altra storia,
la preistoria delle voci senza lingua,
senza bugia, la destra immacolata.
Stefano Modeo da “La terra del rimorso”
Un cortile lacerato dagli scrosci delle piogge:
è un luogo sacro per cui ti guardi intorno.
Ogni bambino ci vive il suo tempo in quel villaggio
violentando pareti con un pallone che vola alto
è una mongolfiera quella sfera di cuoio
porta altrove, porta verso il cielo intero
dove possiamo vedere quanto è misera la mia casa
fatta di angoli e gatti sul balcone
dove possiamo vedere quanto è vasto il mare:
per pescare.
C’è una signora (preziosa) che ci vuole bene
è sempre in casa e vende droga a buon prezzo
il marito l’hanno preso, il marito non c’è a cena
mi spiega il mondo che si fa piccolo in bocca sua
da quel viale a quello stretto che porta al mare
– Vattene via da sta città non ci sta niente –
Quel che resta sono i puntelli tra i palazzi:
solidali li tengono. Poi,
uomini formiche con lo sguardo secco
panni che si stendono.
Eleonora Rimolo da “La terra originale”
Come scende la vita queste scale
come si sottrae all’incontro, come
affonda dentro la ferita cava, pulsante
quando terminato il giorno guaisce
il cane disperato col seme in eccesso.
Vorrei che fossi tu, vorrei
che nulla restasse inviolato,
bere quanto trabocca ed infine
ubriachi, prossimi alla partenza
con le code che salutano e le lingue
asciutte, noi educati viaggiatori noi
bestie turbate, incontaminate.
Breve biografia di Stefano Modeo
Stefano Modeo (Taranto, 1990) vive e lavora come insegnante a Ferrara. Alcune sue poesie sono state pubblicate su: L’Ulisse, Versodove, Poetarum Silva, Poesia di Luigia Sorrentino, il blog di Roberto Deidier, Poeti e Poesia, Poesia del nostro tempo, Atelier, il blog di Poesia del Corriere della Sera. La Terra del Rimorso (ItalicPequod 2018) è la sua opera prima. Compare nell’antologia Abitare la parola – Poeti nati negli anni ’90 (Ladolfi editore 2019).
Fa parte della redazione della rivista di poesia Atelier e collabora con il blog di letteratura Nazione Indiana.
Breve biografia di Eleonora Rimolo
Eleonora Rimolo (Salerno, 1991) è Dottore di Ricerca in Studi Letterari presso l’Università di Salerno. Ha pubblicato il romanzo epistolare Amare le parole (Lite Editions, 2013) e le raccolte poetiche Dell’assenza e della presenza (Matisklo, 2013), La resa dei giorni (Alter Ego, 2015 – Premio Giovani Europa in Versi), Temeraria gioia (Ladolfi, 2017 – Premio Pascoli “L’ora di Barga”, Premio Civetta di Minerva) e La terra originale (pordenonelegge-Lietocolle, 2018 – Premio Achille Marazza, Premio “I poeti di vent’anni. Premio Pordenonelegge Poesia”, Premio Minturnae). Suoi inediti sono stati pubblicati su diverse riviste e tradotti in diverse lingue. È Direttore per la sezione online della rivista Atelier.